Il collaudo statico va eseguito durante le fasi di costruzione di un’opera, su parti dell’opera stessa, quali solai, travi, capriate, scale, parapetti, su strutture vetuste per verificare e convalidare la loro idoneità statica dopo anni di esercizio o in casi di ristrutturazione, modifiche strutturali, o interventi e verifiche per l’adeguamento sismico.
Le costruzioni non possono essere poste in esercizio prima dell’esecuzione del collaudo statico; pertanto il processo di collaudo di un’opera contempla l’esecuzione di prove di carico eseguite secondo la normativa tecnica ed i rispettivi Decreti Ministeriali qui di seguito citati:
La prova di carico andrà a verificare che:
Le prove di carico si potranno eseguire in vari modi a seconda del tipo di struttura e dei carichi richiesti.
Si potranno quindi eseguire prove a:
Per poter effettuare tale prova, bisogna prelevare uno spezzone di barra per poter essere sottoposto a prova di rottura di trazione, conforme alla norma UNI EN 10002/1. È indispensabile che il prelievo venga fatto su elementi poco sollecitati, ovvero lì dove si abbia la certezza che gli elementi siano identici in tutta la sua struttura. Particolare attenzione, dev’essere posta nel ripristinare le capacità resistenti originarie dell’elemento strutturale, verificando la saldabilità delle barre in opera.
Le prove su spinta laterale, vengono eseguite con lo scopo di rilevare l’effettivo cedimento di strutture di fondazione. Leonard Engineering effettua tali prove, applicando dei carichi su pali o micropali attraverso dei martinetti idraulici azionati da una centralina oleodinamica.
Le prove con martinetto a spinta su solai vengono effettuate, applicando dei carichi concentrati su superfici tramite l’utilizzo di sistemi oleodinamici spingenti. Il vantaggio delle prove con martinetto idraulico, è la possibilità di eseguire molteplici cicli di carico e scarico.
Le prove a compressione sono importanti, per misurare i valori di resistenza di un materiale sottoposto a carichi di schiacciamento. Viene applicata sulla sommità dell’elemento un accelerometro, e sollecitata la testa del palo con un martello al fine di creare un’onda di compressione, la cui velocità è legata alla qualità del calcestruzzo. Una volta che l’onda di compressione raggiunge la base del palo, riflette verso l’alto, e viene registrata dall’accelerometro ed inviata alla centralina dove verrà poi elaborata.
Il rilievo della deformazione della struttura (solaio, trave, cedimento di un palo di fondazione) viene eseguito impiegando trasduttori di spostamento con corse di 50-100mm e risoluzione a 0,01 mm.
Una centralina di acquisizione andrà a memorizzare durante le fasi di prova, in real-time, le deformazioni in più punti della struttura, (solaio, trave, capriata, ecc.) e le forze applicate di trazione o spinta impresse alla struttura dai martinetti idraulici.
La centralina elettronica di monitoraggio potrà raggiungere risoluzioni elevate di 16 o 24 bit a frequenze di campionamento di 5-50hz, garantendo un elevato livello di stabilità e precisione nella lettura.
Laddove il rilievo delle deformazioni dell’opera non possono essere eseguite con trasduttori di spostamento a tastatore, la deformazione strutturale dell’elemento viene rilevata mediante l’impiego di strumentazioni ottiche di precisione, puntatori laser, livelle di precisione, stazioni totali; strumentazioni normalmente impiegate durante l’esecuzione di prove di carico su strutture di grandi dimensioni, ponti, viadotti o strutture particolari.
La sperimentazione dinamica consente di caratterizzare le frequenze proprie, i modi di vibrare e la capacità di dissipare l’energia di una struttura. La valutazione e l’analisi del comportamento dinamico strutturale delle opere nel campo civile ed industriale può essere applicata con successo alla verifica sismica dei fabbricati coadiuvata da un’affidabile modellazione numerica, da utilizzarsi per valutare la capacità dell’opera a sopportare l’azione sismica.
A tale scopo, dato l’elevato grado di precisione richiesto dalla verifica sismica di opere importanti ed articolate quali sono gli edifici, la metodologia vibrazionale richiede l’impiego di idonei attuatori meccanici quali la “vibrodina”. La caratterizzazione dinamica delle strutture è quindi indicata laddove è richiesto un elevato grado di conoscenza, vedi il livello “LC3” suggerito anche dall’O.P.C.M. 3431/2005. Il metodo permette di limitare al minimo l’interazione con le funzionalità dell’edificio, vedi per esempio un fabbricato ospedaliero, che potrà essere mantenuto in pieno esercizio durante le operazioni di indagini.
Pertanto gli attuatori meccanici quali la vibrodina sono di aiuto in prove di carico dinamiche e nello studio dinamico delle strutture per l’adeguamento sismico delle stesse, che confrontate con lo studio di simulazione dinamica della struttura eseguita agli elementi finiti, conducono ad una conoscenza più approfondita del comportamento dinamico strutturale. In detto ambito vengono verificate le frecce dinamiche, le frequenze naturali di vibrazione, le deformate modali, gli smorzamenti.